Qualche parola sulla nascita di questo progetto (e di questo blog)
Ad oggi è trascorso circa un anno e mezzo dalla data in cui Artheria è stata fondata. Ho sempre trovato un pizzico di difficoltà nello spiegare all’esterno di cosa ci occupiamo;...
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Ad oggi è trascorso circa un anno e mezzo dalla data in cui Artheria è stata fondata.
Ho sempre trovato un pizzico di difficoltà nello spiegare all’esterno di cosa ci occupiamo; il che mi è a volte parso un limite, soprattutto nella relazione con i clienti.
Tuttavia, mentirei se dicessi che la cosa mi dispiace. Perché per me è proprio in questo spazio di mancanza di definizione che si trova il potenziale di quello che siamo: un gruppo eterogeneo di professionisti appassionati, con differenti background e competenze, ma accomunati dallo stesso obiettivo.
Così, credo sia importante legittimare il fermento che viviamo e che alimentiamo all’interno dell’azienda: il nostro continuo scambiarci idee e contaminare il nostro know-how, la voglia di crescere, evolvere, migliorare e – più di tutto – trovare la nostra voce all’interno del campo delle cross-realities.
D’altronde, operiamo in un settore che è esso stesso continuamente in espansione, sviluppo e cambiamento: mantenere una certa plasticità è forse l’unico modo di essere al passo coi tempi.
Credo che il nome Artheria – fusione di ‘arte’ e ‘tecnologia’ – sia la migliore descrizione che siamo riusciti a trovare per comunicare il nostro approccio: lavoriamo affinché la dimensione innovativa e tecnologica possa incontrare una ricerca più artistica e visiva, nel tentativo continuo di stabilire nuove modalità di relazione e dialogo con il nostro pubblico fruitore, lavorando a progetti che possano rivelarsi esperienze VR, AR ed MR arricchenti, sia da un punto di vista visivo che percettivo.
Così, quando Iolanda è venuta da me per parlarmi di Vajont, ho subito pensato che fosse perfetto per Artheria: già dalla sinossi riuscivo ad intravedere non solo un progetto di valore umano e sociale, ma anche potenzialmente affine ai nostri stessi desideri di abbattere e ricreare confini tra diversi linguaggi. Dove si incontrano cinema e videogioco? Fino a dove possiamo spingerci nel rendere uno spettatore parte attiva di una vicenda narrativa? Ed in che modo può esserci d’aiuto il VR per raggiungere questi due obiettivi? Qual è, sostanzialmente, il limite massimo di un’esperienza in Virtual Reality?
Tutti questi interrogativi si sono rapidamente tradotti nella mia mente in una serie di sfide tecniche, che avrebbero potuto unicamente accrescere le nostre competenze, oltre ad essere un grandissimo stimolo personale e professionale: ho subito accettato la proposta di produrre questo progetto.
Abbiamo presentato la prima stesura di Vajont alla quarta edizione della Biennale Cinema College VR e siamo stati selezionati. Sarò sempre grato alla possibilità offertaci dalla Biennale di partecipare a due workshop di alta formazione – tenuti da tutor che si sono rivelati per noi fondamentali, sia dal punto di vista umano che professionale – per esplorare il nostro progetto, riscriverlo, testarne difetti e pregi.
Credo che questa avventura rimanga una delle più grandi esperienze che io abbia mai vissuto: confrontarmi con team di registi e produttori di cinema VR provenienti da tutto il mondo, per condividere e parlare dei nostri differenti approcci alla tecnologia, della nostra visione, delle nostre competenze. Tracciando sin d’ora un’idea di futuro prossimo della Realtà Virtuale.
E non solo: stringere amicizie, condividendo fatiche, tensioni, gioie. Se c’è qualcosa che ho rivalutato – l’insegnamento più grande dell’intera esperienza – è l’assoluta importanza di instaurare rapporti umani empatici, per crescere veramente.
Il resto penso lo sappiate già: abbiamo vinto il grant che Biennale Cinema College VR metteva a disposizione per la produzione di un solo progetto tra quelli selezionati per partecipare ai workshop.
E così, eccoci qui: nel pieno di questa grande avventura, che abbiamo deciso di condividere con voi attraverso l’apertura di questo blog.
Buona lettura!