Texturing dei characters – Abiti ed accessori
Come abbiamo già visto nell’articolo dedicato al texturing della pelle e dei dettagli del viso, il texturing consente di raccontare parte della storia senza scomodare gli...
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Come abbiamo già visto nell’articolo dedicato al texturing della pelle e dei dettagli del viso, il texturing consente di raccontare parte della storia senza scomodare gli sceneggiatori: utilizzando piccoli indizi visivi, è possibile comunicare a chi guarda elementi narrativi che, viceversa, sarebbero difficili da esprimere. All’interno di un’esperienza in Realtà Virtuale la forza di tali elementi viene ulteriormente amplificata.
Nel caso dei vestiti, ciò è particolarmente evidente: un abito di tessuto pregiato apparterrà sicuramente ad una persona benestante; viceversa, un abito con cuciture e toppe racconterà delle difficoltà economiche attraversate. Vestiti appena stirati evocheranno l’idea di una persona molto precisa e puntuale; pieghe e sgualciture saranno invece assimilabili ad una persona che non ponga particolare attenzione alle apparenze, o che lavori molto.
Per il texturing degli abiti in Vajont ho utilizzato Substance Painter, per l’agilità ed il livello di precisione che questo software consente di raggiungere, senza troppa difficoltà.
Ho ricevuto i modelli nella doppia versione high-poly e low-poly; dunque, anche in questa fase, il mio focus non è stato tanto ricostruire i micro-dettagli di trama di ciascun elemento – come ad esempio la tipologia di tessuto – quanto lavorare su una generale resa visiva, in termini di realismo ed armonia cromatica.
Assieme ai modelli, ho ricevuto anche le reference utilizzate dal character artist (potete approfindire i dettagli nell’articolo dedicato alla modellazione dei vestiti); ed è su di esse che mi sono basata per il mio lavoro.
Per il personaggio del marito, cercavamo un abbigliamento che potesse raccontare la sua vita da operaio, in una chiave che fosse così universale da poter parlare anche a persone non strettamente facenti parte della nostra cultura.
Dunque, ad una tuta monocromatica abbiamo preferito una camicia a quadri – con l’idea che questa trama potesse anche creare un bel contrasto con una parete omogenea – ed un paio di pantaloni pesanti, che potessero proteggerlo in caso di urti.
Substance Painter dispone di una serie di pennelli – come Photoshop – che possono essere utilizzati per dipingere particolari molto piccoli. Ho dunque aggiunto delle piccole macchie sulle scarpe e sulla camicia, per suggerire un lavoro manuale.
Per quanto riguarda il texturing degli abiti della vicina, come nel caso precedente, abbiamo giocato con l’idea che un maglione realizzato ai ferri potesse richiamare l’immagine di qualche donna di famiglia, in un passato lontano nel tempo, seduta accanto al caminetto, con la passione per lo sferruzzare.
Ho realizzato qualche studio preliminare di colore, utilizzando diverse combinazioni per testare diverse strade: colori analoghi, colori complementari, triadi…
Alla fine, sono giunta alla conclusione di utilizzare dei colori più vivaci, per meglio rispettare le fantasie dell’epoca e richiamare l’attenzione del partecipante sul personaggio della vicina di casa.
Un discorso a parte è stato fatto per la moglie, personaggio che viene letteralmente ‘impersonato’ dal partecipante. La sfida è stata rendere immediatamente riconoscibile il fatto che si trattasse di un personaggio femminile, pur non caratterizzandolo eccessivamente per consentire un embodiment efficace.